La crisi di Deutsche Bank, da sempre traballante, sta facendo rumore in questi ultimi giorni. In particolare in seguito alla decisione dell’uscente presidente della BCE Mario Draghi: i tassi resteranno negativi e può essere che in futuro ci sarà un nuovo quantitative easing.
La politica monetaria espansiva della BCE non si ferma dunque. E questo da fastidio a tutti quegli economisti che ritengono che i tassi negativi siano una spina nel fianco per le banche. Infatti tutte le banche devono pagare degli interessi alla BCE se tengono eccessiva liquidità. Questo però in passato era nato dall’esigenza di far sì che i capitali si muovessero.
Quali sono i veri problemi di Deutsche Bank?
Deutsche Bank ha realizzato un solo profitto annuale dal 2014. All’inizio di questo mese la banca ha annunciato piani per eliminare 18.000 posti di lavoro nell’ambito di un nuovo sforzo per arginare perdite.
Le azioni quotate al NYSE di Deutsche Bank hanno superato $ 124 a maggio 2007, all’inizio della crisi finanziaria globale. Sebbene alcune grandi banche non siano riuscite a tornare ai massimi storici, perlomeno molte si sono avvicinate. Deutsche Bank, d’altra parte, è quotata a $ 8, o più del 90% al di sotto dei massimi pre-crisi.
La maggior parte di tali perdite si è verificata ben prima che il capo della BCE Mario Draghi lanciasse tassi negativi nel giugno 2014 nel tentativo di accelerare l’economia europea e prevenire la deflazione. Ma le cose non sono cambiate neppure dopo.
Le azioni di Deutsche Bank sono precipitate del 77% da quando la BCE ha annunciato tassi negativi
Il pensiero di Danielle di Martino, Ceo di Quill Intelligente racchiude quello di molti critici nei confronti dell’operato della BCE: “Stai praticamente prendendo a calci un animale ferito mentre è in calo. I tassi di interesse negativi hanno semplicemente annientato le banche europee”.
Se invece si analizza il pensiero degli economisti a favore dell’operato della banca centrale europea, i tassi negativi, insieme a ingenti acquisti di attività, hanno contribuito a sollevare il mercato azionario e hanno reso più semplice il prestito da parte delle aziende. Ciò ha probabilmente contribuito a rafforzare la fiducia tra famiglie e imprese per aumentare le proprie spese.
I tassi negativi hanno favorito la crescita del credito tra le famiglie europee.
Secondo questi ultimi quindi, l’economia europea sarebbe in condizioni ancora peggiori senza tassi negativi. Una maggiore disoccupazione e perdite sui prestiti sarebbero sicuramente negative per le banche della zona euro, inclusa Deutsche Bank.
Ma è impossibile provarlo. Nessuno sa con certezza come l’economia avrebbe agito in un ambiente diverso.
Alcuni sostengono che consentire all’economia di cadere in una recessione potrebbe essere salutare, anche se è doloroso. Questo è ciò che accade nei cicli economici. Le flessioni scuotono le aziende più deboli, lasciando più spazio a quelle più sane. I tassi negativi fanno il contrario, mantenendo in vita le cosiddette società “zombi”.
“Cosa c’è che non va in una recessione?” chiese Sherman. “Il capitalismo afferma che le cose sconsiderate dovrebbero andare a zero”.
Draghi ha comunque annunciato che gli obiettivi di politica monetaria non sono stati raggiunti nell’ultimo anno e che bisognerà continuare sulla linea dei tassi negativi per ottenere l’obiettivo di inflazione inferiore ma intorno al 2%.
Sarà giusto continuare sulla strada già intrapresa?